Città della Pieve, il viaggio nella bellezza
La scoperta di Città della Pieve attraverso il blog tour #lumbriachenontiaspetti: il viaggio nella bellezza di uno dei borghi più affascinanti dell’Umbria e dell’Italia centrale.
Città della Pieve: caratteristiche e storia
Ben 18 sono le chiese, le cattedrali e le basiliche di Città della Pieve, che si differenzia dalle altre città umbre per i suoi tipici e medievali mattoncini rossi. Adagiata su una collina a forma di altopiano, nasce tra i fiumi Nestore e Chiani, dominando la Valdichiana e il lago Trasimeno.
La Torre civica e le rosse mura furono erette all’inizio del XII secolo, a protezione dai nemici: tra gli edifici, molto particolare la Rocca, fantastico esempio di architettura medievale voluto dalla città di Perugia nel ‘300. Erano cinque le Torri di avvistamento, mentre oggi se ne conservano soltanto due; in passato avevano la funzione di specchio in caso di emergenza. La fontana comunale, dalla quale è possibile bere, si trova sulla facciata della Rocca, e qui si legge la celebre frase latina: “Sic vos, non vobis”, la cui traduzione potrebbe essere “Così voi, non per voi”, nel probabile senso: “Così vi dovete comportare, non per voi stessi”.
Città della Pieve: cosa vedere
Il più importante tra le dimore signorili di Città della Pieve, voluto da Ascanio della Corgna, è il Palazzo della Corgna. Edificato nel centro del paese, ne fu iniziata la costruzione intorno agli anni 50-60 del XVI secolo, sotto la guida dell’architetto perugino Galeazzo Alessi. All’interno del Palazzo, troviamo la biblioteca comunale Francesco Melosio.
Di fronte al Palazzo, spicca la Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio: venne costruita nel XIII secolo, con successive costanti modifiche che si possono intuire dall’utilizzo alternato di laterizio e pietra arenaria. L’interno mostra un’unica navata a croce latina, e vi sono custodite numerose opere di grandi artisti quali Ubertis, Tedesco, Alfani, Savieni e lo stesso Perugino. Nel 1738 venne accostato alla chiesa un elegante campanile.
Stupenda e da vedere la Chiesa di Santa Maria dei Bianchi, che conserva all’interno uno dei più grandi capolavori di Pietro Vannucci detto il Perugino, cioè l’Adorazione dei Magi.
Il Museo Civico diocesano è ospitato nella ex chiesa di Santa Maria dei Servi, costruita nel 1343 e successivamente rinnovata in stile barocco. Anche qui, abbiamo una grande opera del Perugino, cioè la Deposizione della Croce. In un vano sottostante, a crociera gotica, si trovano tele di proprietà ecclesiastica, risalenti al XVI e XVII secolo.
Nella Chiesa di San Pietro, posta sul limite delle mura, troviamo l’antica Porta del Castello. Vi è contenuto un affresco del Perugino del 1508, raffigurante Sant’Antonio abate e i Santi Paolo e Marcello. La Crocifissione, affresco noto come il pianto degli Angeli e dipinto da Jacopo di Mino del Pellicciaio, è custodito nell’Oratorio di San Bartolomeo.
Altro grande edificio è Palazzo Bandini, rinnovato tra il 1531 e il 1560, mentre nel Palazzo della Fargna, di stile barocco del XVIII secolo, ha sede il Comune della città. Al suo interno, pregiati stucchi nelle sale del piano nobile.
Città della Pieve: curiosità e Palio dei Terzieri
Nel recentissimo 2015, è stato scoperto qualcosa che ha suscitato enorme curiosità: il ritrovamento di una tomba etrusca rimasta sepolta per oltre 2000 anni! Oggi è possibile visitarla, magari con il prezioso aiuto di archeologi di zona.
Un’altra particolarità riguarda il Vicolo Baciadonne, situato nel centro città. Pensate, si tratta del vicolo più stretto d’Italia, per la sua larghezza di appena 50-60 centimetri! E, non a caso, è considerato un luogo molto romantico in cui passeggiare!
Non perdetevi, inoltre, il tradizionale Palio dei Terzieri, della durata di 10 giorni sotto Ferragosto, in cui le contrade rianimano il Borgo. Questa rievocazione storica di origine rinascimentale è preceduta da un Corteo in abiti d’epoca, al quale partecipano oltre 700 figuranti e le personalità politiche più importanti del territorio.
Insomma, tutta Città della Pieve e zone limitrofe valgono davvero la pena di essere visitate almeno una volta l’anno! E, ancora, non basterebbe!