Il Pellegrinaggio secondo Club Magellano
Sin dal nostro primo pellegrinaggio noi di Club Magellano abbiamo capito che il ruolo della guida spirituale ha un ruolo determinante per la riuscita del pellegrinaggio stesso. Per “riuscita” del pellegrinaggio intendiamo riuscire a partire come tanti singoli, e tornare come una famiglia, partire pesanti, e tornare leggeri, iniziare il viaggio con timore, tornare con speranza. Per questo le nostre guide spirituali sono poche, e sempre le stesse, perché non tutti possono essere in grado di assumersi questo ruolo così importante, e fanno parte da sempre della nostra famiglia. Come i nostri pellegrini, vivono da semplici credenti e peccatrici le sofferenze, le gioie, ma anche le negligenze e le pigrizie dell’animo umano, ma grazie ad un percorso di fede oramai avanzato grazie all’esperienza di decine e decine di pellegrinaggi riescono ad essere un valore aggiunto.
La prima cosa che vi faranno percepire è che un pellegrinaggio non è una gita turistica, è qualcosa di molto diverso, in quanto chi si appresta a vivere questo percorso sente una chiamata, il desiderio di mettersi in cammino per raggiungere una meta ed avere l’esperienza di un incontro con qualcosa che è più in alto di noi. Nella nostra esperienza abbiamo avuto come pellegrini persone atee o lontane dalla Chiesa che magari erano li solo per accompagnare la moglie, il marito, un amico/a oppure per mantenere una promessa fatta ad un parente caro che in punto di morte gli ha chiesto di fare il pellegrinaggio in vece sua. Motivazioni, esperienze, convinzioni diverse muovono le persone ad affrontare il pellegrinaggio. Tutto questo per noi è “materiale” fertile su cui lavorare, non per convincere qualcuno, ma per far si che il gruppo condivida queste diversità che secondo noi sono un valore aggiunto. La nostra guida spirituale cerca di essere un tramite, un mezzo per permettere a tutte le persone che vivono il pellegrinaggio di tornare con la consapevolezza di aver messo nelle mani di Gesù e di Maria tutto di sé, scavando dentro loro stessi per tirare fuori tutto quello che spesso nel rapporto con Dio nella quotidianità, distrattamente e con pigrizia spirituale spesso lasciamo in disparte.
Nel pellegrinaggio c’è il tempo e ci sono le energie per mettere in disparte “le cose del mondo” e ripristinare quella “connessione” con Dio che nella quotidianità spesso manca… Ma non solo! Se il pellegrinaggio è vissuto nel giusto spirito si può ricostruire o consolidare un rapporto con Dio che nel tempo si è magari sbiadito e/o fiaccato. Cosa significa vivere il pellegrinaggio “nel giusto spirito”:
Togliere le maschere. Vivere il pellegrinaggio a cuore aperto senza le convenzioni e i compromessi della quotidianità. Il pellegrinaggio ci aiuta a portare a casa un atteggiamento più sincero, aperto. Ci toglie la paura di aprire, anzi, spalancare le porte a Cristo come ci ha invitato sin dall’inizio del suo pontificato S. Giovanni Paolo II.
L’accoglienza. Vivere il pellegrinaggio con persone che non si conoscono è una motivazione fortissima a relazionarsi con persone che non hanno preconcetti su di noi e ci accettano per quello che siamo.
L’adattamento. Nei pellegrinaggi moderni le comodità sono anche fin troppe. Misurarsi con il rispetto del programma, dell’esigenza degli altri, della pazienza per le attese, di una cucina un po’ diversa, di un caffè che magari non è proprio all’italiana… ci aiuta a capire come le nostre comodità se rinunciate, “non impediscono al mondo di continuare a girare” e ci fanno riscoprire il valore dell’umiltà e del sacrificio.
Il pellegrinaggio deve essere un’esperienza unica e indimenticabile, perché ci rimanga nel cuore e porti frutto nella nostra vita di tutti i giorni. Questo è quello che cerchiamo di fare nei pellegrinaggi di Club Magellano!